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Luciano Marchino: il corpo come registratore di storia

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Fino a qualche anno fa era praticamente impossibile parlare di corpo nel campo della psicologia. Quando ho fatto l’università parlare di incorporamento della psiche era una cosa semplicemente folle. Oggi è una cosa ritenuta piuttosto banale. La maggio parte delle persone comprendono che è impossibile avere una vita psichica in assenza di una vita corporea.

Continuano i tentativi di spezzare l’essere umano in parti: testa corpo, mente corpo, biologico culturale. Naturalmente nella vita di ciascuno di noi esistono aspetti più biologici e aspetti più culturali ma non è data alcuna vita umana senza vita corporea. Raramente mi è successo di parlare a dei gruppi di fantasmi, di solito parlo con gente in carne.

Il corpo è portatore di memorie che la mente sembrerebbe aver dimenticato. Questo se intendiamo la mente essenzialmente come quella parte superiore dell’iceberg, quella che si chiama neocorteccia.

Noi siamo cultura in azione, continuamente.

Quando un tipo di situazione ambientale si riproduce in modo sempre identico per un tempo sufficientemente lungo impariamo la lezione e la stipiamo nel corpo.
C’era una nostra cultura e il corpo interiorizzava come gestirsi rispetto a quel limitato numero di personaggi; le leggi non erano scritte attraverso simbolini ma erano iscritte nella nostra corporeità. [1]

Ancor di più questo è valido nel processo che oggi possiamo chiamare “di addomesticamento” piuttosto che di educazione degli umani.

Il ricordare è la memoria degli eventi emozionalmente significativi.

Le scuole cognitivo – comportamentali hanno scoperto attraverso ripetute verifiche che quando siamo in presenza di eventi che abbiano un significato emozionale, il 90% della informazione passa attraverso il “linguaggio espressivo corporeo”, che lo chiamano “linguaggio non verbale”.

Sappiamo cosa non è: non è verbale ma che cosa è? È espressivo corporeo: è un sorriso, uno sguardo, è un modello di respirazione, è un modo di stare nella relazione mentre parliamo. E questo noi abbiamo strumenti per coglierlo fin dalla primissima infanzia.
C’è una ricerca sui bambini sani molto piccoli che sta dimostrando come in effetti un bambino piccolissimo è in grado non soltanto di distinguere la mamma da un altro soggetto, ma di cogliere che quella è mamma anche perché ha un certo modo di relazionarsi. L’esperimento apparentemente sadico è quello di dare alla mamma una sola istruzione ed è: mantieni il volto impassibile. Se il bambino non sente questo dialogo improvvisamente ed immediatamente ha un attacco d’angoscia.
Quindi noi siamo in grado di decifrare il linguaggio espressivo corporeo fin dalla nascita.

Psicoterapeuta e formatore, Luciano Marchino è direttore dell’Istituto di Psicologia Somatica (IPSO) di Milano e del Centro di Documentazione Wilhelm Reich. Principale rappresentante della bioenergetica in Italia, che ha introdotto nel nostro paese negli anni Settanta, è stato allievo di Alexander Lowen, di Jules Grossmann, di Malcolm e Katherine Brown.
E’ docente di Analisi Bioenergetica presso la Società Italiana di Analisi Bioenergetica e membro dell’International Institute for Bioenergetic Analysis di New York.
Insegna Psicologia clinica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Milano-Bicocca.

Note

[1Guido d’Arezzo (XI sec. d.C.): per intonare un canto è necessario "incorporare" i suoni nella memoria

[ Pubblicato on-line il 30 dicembre 2015 ]
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