Musicoterapia Veneto

5 marzo 2021

MUSICOTERAPIA E BAMBINI PREMATURI: coltivare la relazione

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Mamma e bambino - Disegno di Mariateresa Marcella Turrici

La musica è una forma artistica di grande impatto sull’uomo. Nella sua applicazione in ambito musicoterapico è stata riscontrata la sua capacità di indurre reazioni sul sistema neurovegetativo, variazioni sul ritmo cardiaco e del respiro ed è anche un fattore motivante al movimento [1], tutto questo perché la musica parla alle nostre emozioni.

La musica, la musicoterapia sono sempre più utilizzate negli interventi con i bambini prematuri, e diversi studi ne comprovano l’efficacia associata alla precocità con cui esse vengono proposte. Nei reparti di terapia intensiva neonatale (TIN) non è insolito trovare la presenza della musica in affiancamento alle altre terapie, con il positivo riscontro per i neonati rispetto l’aumento del peso, la stabilizzazione del battito cardiaco e la regolarizzazione della respirazione [2].

La musica, infatti, già nel feto stimola lo sviluppo cerebrale, e può essere un primo linguaggio attraverso cui comunicare. Note sono le esperienze di musicoterapia attuate durante la gravidanza.
Se le esperienze nelle TIN hanno confermato la rilevanza della precocità degli interventi sui neonati prematuri, è altresì importante sottolineare come sia fondamentale che le attività volte a promuovere e sostenere lo sviluppo del neonato possano continuare una volta tornati a casa.

La musicoterapia nella sua specifica comunicatività e nella sua intrinseca relazionalità si pone come momento creativo artistico atto ad offrire l’opportunità di una sempre più consolidata relazione madre-bambino, che avrà il suo sviluppo entro l’ambiente in cui vive; è l’ambiente stesso che influenza con le proprie regole i rapporti reciproci di bambini e madri, che diverranno presto non solo diadici ma triadici [3], includendo il padre o altri caregivers.

I primi scambi comunicativi nella diade madre-bambino sono di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale del neonato, determinanti, considerando che, seguendo la linea di pensiero vigotskijana, è all’interno di una socialità condivisa che avviene lo sviluppo delle strutture cognitive e del linguaggi [4]. Nelle situazioni di immaturità in cui si trova il prematuro la musicoterapia offre la ricchezza delle proprie caratteristiche che interagiscono beneficamente con le funzioni cerebrali e vegetative; viene così a crearsi un ambiente di scambio comunicativo basato appunto sulla natura propria degli elementi fondanti la musica che si riflettono nei fondamenti necessari alla costruzione di una interazione; la madre, in principio, entra in relazione con il proprio bambino osservando e rispettando i suoi ritmi, si pone in interazione alle sue risposte; prende vita così una prima forma di dialogo, in cui la madre alterna il ruolo di attività e passività a seconda di quello giocato dal neonato. In tutto ciò grande rilievo ricopre la voce materna, veicolo di relazione già nei mesi di gestazione. Nei casi di prematurità questo scambio può non essere sempre così semplicemente innato, è infatti riconosciuta una difficoltà ad instaurare quella necessaria interazione possibile nella diade madre-figlio, dato il grado di immaturità del bambino e della gestione da parte della mamma, e dei genitori in generale, della complessa condizione psicologica in cui si trovan [5].

L’attività musicoterapica si pone come una valida occasione che coinvolge la mamma e il suo bambino all’interno di un ambiente sonoro sviluppato specificatamente per quella relazione; la musica, che è già di per sé relazione, in musicoterapia crea una diversa e più ricca possibilità di scambio dove l’emozione, l’affettività, la corporeità sono da essa sostenute e promosse.

La musica è arte in divenire nel tempo, la musica improvvisata analogamente ad un dialogo in cui i due poli non conoscono in anticipo ciò che dirà l’altro, si pone in attento ascolto per poter dare riposta consona al richiamo dell’esserci. In altre parole, come in un dialogo la musica porge la risposta che rimanda all’altro il suo effettivo essere nel mondo.

Immaginate una mamma che tiene fra le braccia il proprio bambino con cui gioca con lo sguardo, con le espressioni del volto, con la voce, tutto ciò cullato dalla musica del pianoforte sopra o accanto cui è seduta. La musica sarà la narrazione espressione di ciò che accade fra loro, e al contempo la guida: la musica è contenimento, coinvolgimento, è motivo di attivazione motoria, la musica è movimento. Essa investe tutti i livelli sensoriali, tutto il corpo entra in risonanza con le vibrazioni sonore che si creano nella musica, ed è questo di fondamentale importanza perché la comunicazione passa attraverso tutti i sensi, e la voce a cui siamo soliti attribuire il ruolo comunicativo è una parte importante, ma non la sola, ed è anch’essa prima di tutto corpo. La relazione passa attraverso l’intero corpo.

Gli interventi di aiuto rivolti al bambino prematuro (al neonato durante l’ospedalizzazione,) nell’ambito musicoterapico si vestono della bellezza dell’arte che coinvolge l’intera sensorialità di madre e figlio, e si esprime con l’unicità propria di quella diade sulla base di un ascolto profondo e di una sapiente calibrazione dell’elemento musicale-relazionale. La musicoterapia presenta la possibilità di un accompagnamento graduale allo sviluppo del bambino al di là delle precoci e necessarie cure, perché possa egli avere l’opportunità di una crescita il più armoniosa possibile.
La musicoterapia offre la possibilità della creazione di una relazione fonte di cura, che tanto più potrà consolidarsi quanto prima le sarà data l’occasione di esprimersi.

Dott.ssa Mariateresa Marcella Turrici

Note

[1Linguaggio musicale e cervello fetale: fisiopatologia e applicazioni, Enrico Granieri Sezione di Scienze Neurologiche Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgiche Specialistiche

[2Joanne Loewy nel 2013 ha pubblicato il suo studio nella rivista Pediatrics, in cui parla principalmente dell’utilizzo delle ninnenanne; https://pediatrics.aappublications.org/content/131/5/902.short ; Joanne Loewy è direttore del Louis Armstrong Center for Music and Medicine di Mount Sinai Health System, a New York City.

[3Per approfondimenti vedi: L’interazione madre-bambino, a cura di R. Schaffer, Franco Angeli, 1993.

[4Per approfondimenti vedi: L’interazione madre-bambino, a cura di R. Schaffer, Franco Angeli, 1993.

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