Musicoterapia Veneto

12 marzo 2021

MUSICOTERAPIA E MALATTIE RARE

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Giornata malattie rare 28 febbraio 2021

Il 28 febbraio scorso è stata la giornata mondiale delle malattie rare, iniziativa che vuole sensibilizzare verso questo tipo di realtà, a molti ancora sconosciuta. La sua ricorrenza quest’anno mi ha effettivamente fatto riflettere anche sul ruolo della musicoterapia rispetto questo tipo di diagnosi. In molte occasioni chi si occupa di musicoterapia interagisce con persone con gravi patologie, di cui poco si conosce perché rare, e dunque, con pochi studi scientifici alle spalle. È noto che la conoscenza è il primo step per poter attivare, nel nostro caso, una relazione d’aiuto, ma in altri contesti è necessaria per salvare vite o migliorarne la qualità; è perciò importante continuare l’opera di sensibilizzazione affinché la ricerca scientifica si occupi sempre di più delle malattie rare.

Tuttavia, ritengo a volte una ricchezza e una sfida il non trovarsi di fronte ad una situazione che è già stata “categorizzata”, per la quale son stati redatti protocolli di intervento, perché solo così possiamo rivolgerci veramente alla Persona che abbiamo di fronte e non rapportarci solo con quella che viene definita una disabilità. Chi opera in musicoterapia ha la fortuna di accedere al mondo dell’arte e attraverso esso creare i fili che intessono una evanescente tela sonora che si concretizza nel gesto di accoglienza dell’altro, nella tangibile intenzionalità di esserci come occasione per l’altro, e non dimentichiamolo allo stesso tempo anche per noi stessi. Se di relazione parliamo, noi non possiamo sottrarci ad essa, ne siamo uno dei poli, e la relazione che cambia l’altro, cambia anche noi. Inoltre, la musicoterapia basata sui principi educativi è estendibile a chiunque, perché ha al suo centro lo sviluppo dell’uomo. La musica è dentro all’uomo, da sé l’ha fatta uscire attraverso il canto e la creazione degli strumenti musicali; la musicoterapia in cui ritroviamo l’arte della musica è competenza relazionale comunicativa, ed in quanto arte, raggiunge tutti. Come la musica si diffonde libera nell’aria con i propri moti vibratori, così la musicoterapia è autentica quando è libera da metodologie eccessivamente stringenti, ed è così capace di accoglienza nel non giudizio.

Trovo tutto questo molto arricchente sia a livello professionale che a livello personale, ed possibile perché è l’arte che sostiene il nostro agire, è la sua insita libertà di sfuggire agli schemi precostituiti che dona la possibilità nella relazione di sentirsi veramente visti per quello che si è, solo se riconosciuti possiamo dirci esistenti; “gli antichi greci insistevano molto sulla struttura della relazione come evento dell’identità” (Galimberti, La bellezza legge segreta della vita, video, 2016), ma questo ci porta ad altre riflessioni…

La musicoterapia quando ha la possibilità e il coraggio di non essere assoggettata a pratiche predeterminate, può dispiegare in pienezza la sua bellezza artistica che risuona con la bellezza costitutiva di ogni forma umana. Sia chiaro, questo significa essere molto competenti e preparati in tutto ciò che concerne la musica nei suoi fondamenti, nell’esecuzione musicale improvvisativa, gli elementi riguardanti la relazione con l’altro, e le caratteristiche delle persone che incontriamo (in verità in molto altro ancora); è fondamentale perché in questi frangenti non c’è alcuna rete di sicurezza, alcun protocollo che ci viene in soccorso nei momenti di difficoltà. Forse è ridondante ricordarlo: l’arte improvvisativa musicale (in questo caso) non significa assenza di abilità, un fare senza preparazione, anzi… A partire, inoltre, da una celebre affermazione per cui “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è” (Paul Klee), possiamo comprendere l’importanza di quanto finora sostenuto in quanto, se vogliamo accogliere e valorizzare le Persone al di là delle semplici apparenze, l’arte dovrebbe guidarci nel disvelamento della bellezza propria di ogni singolo essere umano.

Dott.ssa Mariateresa Marcella Turrici
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